Di seguito si riepilogano i principi e criteri che Comuni e Regioni (soggetti competenti) devono applicare:
- in base alle analisi effettuate relativamente alla domanda di servizio taxi, comprese le esigenze delle persone a mobilità ridotta (PMR), valutare l’adeguatezza dell’offerta potenziale del servizio taxi a contingente invariato, anche attraverso interventi sull’organizzazione del servizio, con misure di flessibilità (turnazione integrativa/stagionale, sostituto alla guida, taxi sharing), e sugli aspetti “esogeni” di viabilità/urbanistici collocazione e utilizzo aree di stazionamento;
- se la domanda di servizi taxi rilevata non può essere soddisfatta a contingente invariato (punto a), valutare l’incremento del numero delle licenze che dovrà avvenire perseguendo anche obiettivi di sostenibilità ambientale;
- valutare l’opportunità di istituire un bacino comprensoriale del servizio taxi al fine di realizzare economie di scala ed estendere l’utilizzo del servizio a più comuni;
- consentire ai titolari di licenza una maggiore libertà e flessibilità nell’organizzazione del servizio e nella fissazione delle tariffe, in considerazione del fatto che le tariffe definite per via amministrativa sono da intendersi come tariffe massime;
- definire tariffe dedicate per i servizi taxi sharing che, rispetto alla corsa ordinaria, consentano un risparmio per l’utente e, contestualmente, una remunerazione più vantaggiosa per il tassista, e tariffe predeterminate, fisse e/o massime garantite relativamente a specifiche tratte maggiormente richieste dagli utenti;
- migliorare la qualità dell’offerta del servizio anche attraverso il monitoraggio sistematico del servizio stesso, introducendo adeguati indicatori, il cui esito è da rendere pubblico nell’ambito della Carta della qualità.
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